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PIGNATARO MAGGIORE – Chiuse le sezioni, il dibattito politico “sopravvive” attraverso i social

PIGNATARO MAGGIORE (di Libera Penna) – Nel panorama politico nazionale Pignataro non fa eccezione. Anche nel paese che diete i natali al grande economista Francesco Vito, di cui  quest’anno ricorre il cinquantesimo della scomparsa, sono spariti i luoghi della politica. Non esistono più i circoli e le sezioni, sostituiti da anonimi e gruppi “chiusi” su WhatsApp.  Si parla ( è un eufemismo) di politica pubblicamente  le poche volte che il consiglio comunale si riunisce, tra gli sbadigli e le fughe su i social di qualche consigliere.  La politica si è ridotta a un reality show che va in onda durante le  campagne  elettorali. I 39 protagonisti dell’ultimo reality   elettorale del 2016 sono quasi tutti spariti dalla scena politica.  Il loro contributo al dibattito politico, sociale, culturale e civile del paese è pressoché pari a zero.  Della maggior parte dei candidati non eletti, si sono perse le tracce un attimo dopo la chiusura dei seggi. Tra gli  eletti tra le file  della maggioranza e  dell’opposizione,  qualcuno non è pervenuto, altri  stancamente si limitano a partecipare,  non sempre per la verità, ai consigli comunali.  Chi si presenta alle elezioni non partecipa al reality per vincere un premio.  Chi si presenta alle elezioni dovrebbe avere l’onestà intellettuale di rappresentare i suoi elettori,  anche se non viene eletto. Chi viene eletto ha invece il dovere di assolvere al ruolo che gli hanno attribuito gli elettori, soprattutto se siede tra i banchi scomodi dell’opposizione. I politici non la possono delegare la politica ad altri soggetti,  tra una elezione e l’altra, per poi indossare il vestito buono e risalire sul balconcino in Piazza Umberto per l’ennesima candidatura. I cittadini devono essere incoraggiati a  partecipare alla vita pubblica, ma non  possono né devono supplire alla pigrizia di chi prima si presenta agli elettori e poi non li rappresenta come dovrebbe. Di tutto abbiamo bisogno tranne di una maggioranza svogliata e di un’opposizione in un periodo sabbatico lungo la durata della consiliatura.

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