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RIARDO – Legalità e tutela del territorio, Don Luigi Merola deluso da Ferrarelle e dai “politici” riardesi

RIARDO – Don Luigi Merola, il prete Anticamorra, deluso dai politici riardesi, dagli imprenditori “delle bollicine” e dalle organizzazioni di categoria. Lo afferma Antonia De Francesco – relatrice del convegno e collaboratrice del prete Anticamorra – in una lunga lettera, inviata il giorno dopo l’incontro svoltosi a Riardo e organizato dalla Proloco. Un sodalizio che – finalmente –  inizia a fare cultura. Se fosse stata organizzata una “pasta e fagioli” in piazza, probabilemnte, sarebbero accorsi in tanti. Invece, all’incontro con Don Luigi Merola, eroe solitario che lotta contro la criminalità organizzata, mancavano i vertici di Ferrarelle, Coldiretti, i sindacati e  soprattutto tanti “politici” locali.

Il documento:

“La locandina preannunciava il senso ultimo dell’incontro, che ha avuto luogo a Riardo con Don Luigi Merola. presso la sala parrocchiale, con la moderatrice Dott.essa Antonia De Francesco, e grazie al volere della locale pro-loco, nella figura della presidente Luana Riarma : “La direzione da prendere”. Un’iniezione di fiducia e di coraggio per propugnare in favore del proprio territorio, in particolare proprio quello riardese, sovrastato dall’ombra della possibile costruzione della “Fonderia Ferracciai s.r.l.” ad opera dei fratelli Ragosta, raggiunti tempo fa da un’ordinanza d’arresto, che, come si legge a pag. 871 della stessa, si è concretizzata in quanto “indiziati di concorso esterno in associazione mafiosa”.
Cosa vuol dire un’industria siderurgica in un territorio a “chiara vocazione agricola e culturale”, come espresso dalla pianificazione territoriale regionale? Inquinamento delle falde acquifere, inquinamento dell’aria, danni ad una delle industrie fiore all’occhiello del paese la “Ferrarelle”.  Eppure, nonostante in tanti si siano prodigati ad ostacolare la sua realizzazione, non v’erano presenti all’incontro, proprio alcuni fautori della lotta, nonché maggiori interessati, cominciando proprio dai rappresentanti dell’industria delle bollicine per eccellenza. Non c’erano a riscaldare i propri animi con le parole di speranza di Don Luigi, rappresentanti della Coldiretti, così come più numerosi sarebbero dovuti essere i giovani e i cittadini in genere, che probabilmente non hanno colto lo spirito dell’iniziativa. Un gap che ha coinvolto anche la vecchia amministrazione di un comune ormai commissariato, che non ha risposto, esattamente come altri rappresentanti delle istituzioni locali e dei paesi limitrofi. Tolte le incombenze nella vita forse risulta più dura di quanto possa apparire la libertà di prendere posizione. I presenti non si sono certamente pentiti di aver affrontato la pioggia e l’attesa per un’ora di ritrovo ad apprendere, o semplicemente riconfermare le proprie convinzioni, in un crescendo di emozioni, rispetto alle soluzioni che posso trarci in salvo dall’assalto soffocante del “cancro sociale” della camorra. Investire sui bambini, combattere l’ignoranza e l’isolamento che alcune delle nuove tecnologie contribuiscono a fomentare, fare il proprio dovere nella massima onestà, mettersi in gioco e ricordare che tutti s’indossa la divisa della coscienza chie impone d’essere “cittadini-cittadini”, sentinelle del proprio territorio. Chi è solo perde, chi non ci crede ha già perso!”.

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