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ALIFE – Dissesto e disavanzo, quando i numeri diventano fantasia per fini elettorali: ecco la verità

Alife – Il rendiconto approvato dal commissario prefettizio che gestisce il comune di Alife ha scatenato i “numeri” dando fiato ai sostenitori del dissesto e soprattutto a quella parte politica che lo ha cercato a tutti i costi. I numeri però parlano chiaro e dicono che i 15 milioni di euro indicati nel rendiconto non hanno nulla a che vedere con i debiti fuori bilancio ovvero con le richieste di pagamento da parte di fornitori pervenute all’Ente, che risultano notevolmente inferiori. Quindi, ancora una volta, c’è qualcuno che ama fare confusione con i numeri, sperando di trarne vantaggio. Se ciò può apparire giusto in politica, non lo è, certamente, in materia contabile.
Sul sito del comune di Alife è stata pubblicata la delibera 7 del 17 maggio 2018 assunta dal Commissario Straordinario del Comune di Alife Anna Manganelli con i poteri del Consiglio comunale con cui è stato approvato lo schema del rendiconto per l’anno 2016. Il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016 è di € 1.925.883,35  cioè si chiude con segno positivo.  Nel consuntivo  viene indicato un disavanzo  (negativo quindi) di -15.647.086,51 euro (cioè di oltre 15 milioni e mezzo di euro).
Il disavanzo, per i non addetti ai lavori,  tecnicamente non è altro che uno squilibrio finanziario dei conti dell’Ente  ovvero il saldo negativo tra fondo di cassa esistente più residui attivi meno i residui passivi. Ora, a ben vedere i dati del consuntivo 2016, nel quadro del risultato di amministrazione, sono riportati vari importi tra cui quello di € 7.522.033,42 (7 milioni e mezzo di euro) relativo all’anticipazione di liquidità concessa all’Ente. Tale somma che costituisce quasi la metà del saldo negativo del consuntivo risulta oggetto di contratto di mutuo ed il comune  pagherà una rata annuale fino all’estinzione dello stesso, per cui non dovrà essere oggetto di un ripiano pluriennale essendo già in ammortamento. Pertanto, detraendo tale somma al saldo negativo del consuntivo l’importo del disavanzo si riduce a poco più di 8 milioni di euro, in cui peraltro rientrano anche altri importi  riguardanti i  crediti di dubbia esigibilità (FCDE) per  € 3.078.162,39,  cioè i residui attivi che non si possono riscuotere perché prescritti ma che la legge impone di accantonare, il fondo relativo alle perdite per società partecipate  per € 22.131,96 ed il fondo relativo ad un contenzioso contro  il C.I.T.L. di Caserta per  € 759.284,04, giudizio che risulta ancora pendente.
Dall’analisi del quadro economico del consuntivo 2016 emerge quindi che l’unica somma che riguarda i debiti fuori bilancio è  quella di  € 3.725.319,79, somma accantonata sulla base delle  segnalazioni dei responsabili dell’area amministrativa e  tecnica  per  richieste di pagamento pervenute senza copertura in bilancio.
Tale ultimo importo risulta peraltro contrastare con quello dei debiti fuori bilancio accertati dall’O.S.L. (Organismo straordinario di liquidazione), a cui sono pervenute ad oggi richieste di pagamento per poco più di 2.500.000,00 come attestato da tale organo.  A tale importo evidentemente va aggiunta le somma di € 2.051.974,99  relativa alle anticipazioni di liquidità del D.L.35/2013 che non è stato possibile rendicontare da parte degli uffici comunali e che dovrà essere restituita alla Cassa Depositi e Prestiti. In conclusione, i 15 milioni di euro indicati nel rendiconto approvato dal Commissario Manganelli sono la sommatoria di una serie di importi  che, per legge, vanno accantonati (parte vincolata) dall’Ente e vincolati (parte vincolata) e che nulla hanno a che vedere con i debiti fuori bilancio ovvero con le richieste di pagamento da parte di fornitori pervenute all’Ente, che risultano notevolmente inferiori a quanto si voglia far credere.

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