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PIEDIMONTE MATESE – Tagli alla scuola pubblica, alunni del “Galilei” guidano la rivolta pacifica del Matese

A cura di Francesco Mantovani

PIEDIMONTE MATESE – Studenti del liceo Galileo Galilei in piazza per protestare contro il Ddl Aprea. Dall’istituto scolastico pedemontano
si leva alto il grido di protesta per dire no al disegno di legge 953 (da poco approdato al Senato) che demolisce gli organi collegiali e la democrazia nelle scuole per favorire gli interessi dei finanziatori privati. Un disegno di legge che, qualora venisse approvato, andrebbe ad uccidere uno degli ultimi baluardi a difesa della democrazia: la cultura. La manifestazione – pacifica e composta – degli alunni del Galilei rompe così quel muro di silenzio al di là del quale insiste il prato verde della speranza. La speranza da parte di tanti giovani di rivendicare il sacrosanto diritto allo studio salvaguardando in primo luogo l’accesso all’istruzione da parte delle fasce economicamente più deboli della società. E’ per tutte queste ragioni che stamattina la centralissima piazza Carmine è stata letteralmente invasa da centinaia di studenti ai quali si sono aggiunti anche alcuni docenti del liceo. “Abbiamo deciso di scendere in piazza per rivendicare i nostri diritti soltanto nella giornata di ieri – affermano i rappresentanti d’istituto, Gabriele Biasi, Amalia Zoccolillo e Antonio Rapa -. Per questo motivo, dato il poco tempo a nostra disposizione, non abbiamo avuto la possibilità di coinvolgere anche gli altri istituti. Questa nostra pacifica protesta nasce dall’esigenza di dar vita ad una controcultura capace di reagire ad un sistema che mira ad addormentare le menti e le idee”. Gli studenti del liceo Galilei si affacciano sul palcoscenico provinciale e regionale alzando in alto l’orgoglio di un’intera generazione che non vuole in alcun modo guardare con rassegnazione al lento ed inesorabile declino di una società nella quale della cultura potrebbe restare solo un lontano ricordo. Un pericolo troppo grande. Una vergogna che deve essere combattuta con la forza delle idee. “Siamo stati fermi troppo tempo – continuano i rappresentanti d’istituto -; è arrivato il momento di riscattarci per far capire a tutti che non siamo un istituto di provincia”. Da Biasi – per restare in tema cultura – arriva poi un riferimento ad uno dei narratori più importanti del secondo Novecento. “Come diceva Italo Calvino – tuona Biasi -, chi vuole tagliare la cultura non ha più niente da dire”. A quest’ultime dichiarazioni fanno da eco quelle di Emanuele Rossi, uno dei promotori della manifestazione pacifica di stamattina. “La cultura in Italia – afferma Rossi – è sempre stata un’arma per difendere la libertà ed evitare il ritorno di una dittatura. Si pensi alla grande crescita culturale della nostra penisola negli anni cinquanta e sessanta. In questo periodo di crisi è impensabile potersi privare della cultura. Anzi, la cultura rappresenta forse l’unica arma per superare la crisi che colpisce maledettamente ancora molte famiglie. I tagli alla scuola pubblica vanno a colpire in maniera netta l’accesso alla studio da parte delle classi meno abbienti. Non lo consentiremo. La cultura non va tagliata. Va promossa”. In poche battute, Ferdinando Vincenti (altro promotore della manifestazione) sintetizza la convinzione di chi non arretrerà di un millimetro e continuerà a dire no ai tagli alla scuola pubblica in discussione al senato. “Potete privarci delle aule, dei banchi, ma non della cultura”. Così Rossi. Dal rappresentante della consulta, Pierluigi Donia, arriva, infine, un monito all’omonima assemblea provinciale: “Troppo tempo ci ha lasciato soli, ma è arrivato ora il momento che le nostre idee trovino spazio per rivendicare con forza l’importanza del nostro plesso nel contesto provinciale”. Il risveglio delle coscienze deve necessariamente partire dalla voce delle giovani generazioni, le più adatte ad avvertire e poi trasmettere subito la bellezza del fresco profumo di libertà per combattere il cancro del compromesso morale, dell’indifferenza e della complicità. Gli alunni del Galilei hanno tracciato il sentiero. Adesso basta soltanto seguirlo.

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