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SANTA MARIA CAPUA VETERE – La testimonianza shock su don Michele Barone: stamattina due ragazze interrogate

Santa Maria Capua Vetere – Stamattina, al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, si sono conclusi gli incidenti probatori delle vittime delle violenze carnali che riguardano il caso di don Michele Barone. Le due ragazze, in collegamento dall’aula protetta, sono state interrogate, con il filtro del giudice Ivana Salvatore, dai pubblici ministeri e dagli avvocati difensori degli indagati (Carlo Taormina, Carlo De Stavola e Giuseppe Stellato) e quelli di parte (Rossella Calabritto che difende una delle due). Hanno retto i racconti riferiti nella prima ordinanza di custodia cautelare con le ragazze che hanno confermato la loro versione dei fatti. La prima ragazza, di Caserta, ha spiegato che era suggestionata dal fatto che l’ex parroco guarisse le persone, per questo si sentiva in colpa per averlo indotto in tentazione. Tanto che, dopo l’ultimo rapporto, don Michele Barone si sarebbe scusato con lei perché il diavolo tentava anche lui. Una “tentazione” che fu espiata recitando una “coroncina” (un rosario) insieme. Così la ragazza continuò soltanto a confessarsi durante le celebrazione pubbliche, allontanandosi dal sacerdote. La seconda ragazza interrogata, di Maddaloni, ha affermato che veniva palpata dallo stesso al seno e ai glutei, in quanto “funzioni” legati ai riti di esorcismo. Riti che, secondo quanto riferito da don Carlo Aversano (l’unico della diocesi di Aversa autorizzato dal Vaticano a praticare esorcismi) ai magistrati della Procura sammaritana, non prevedono il contatto fisico tra il posseduto e l’esorcista.

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