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CASTEL VOLTURNO – Caso Belmonte-Grande, interrogatori a raffica. Gli inquirenti intanto seguono con attenzione la pista degli abusi sessuali subiti da Maria

CASTEL VOLTURNO (maria giovanna pellegrino) – Interrogatori a raffica in Procura, al terzo piano presso l’ufficio del pm Silvio Marco Guarriello per la vicenda che vede come indagato Salvatore Belmonte, per duplice omicidio e occultamento di cadavere della moglie e della figlia, Elisabetta Grande e Maria Belmonte. In questi giorni il pubblico ministero è alle prese con l’escussione di numerose persone sentite a sommarie informazioni per capire la reale condizione psicologica e fisica delle due poverine ritrovate cadavere nel vespaio della loro villetta a Baia Verde dove si era trasferito a vivere anche Belmonte. L’inchiesta però si preannuncia molto più complicata del previsto perché l’accusa dovrà fornire ulteriori prove per incastrare il principale indiziato e anche per capire bene il ruolo che potrebbe aver avuto l’ex genero di Belmonte, Salvatore Di Maiolo il quale è stato accusato di concorso ed è però indagato a piede libero venendo difeso dall’avvocato Ferdinando Letizia. Inoltre la polizia giudiziaria su delega del pm ha incominciato a sequestrare tutta la documentazione relativa ai ricoveri clinici di Maria Belmonte, la figlia dell’ex direttore sanitario del carcere di Poggioreale, e la cartella clinica presso la clinica Villa Serena di Pescara dove Maria andò a ricoverarsi a seguito di una profonda crisi di depressione causata, come la poverina avrebbe rivelato alla sua compagna di camera, dalle continue violenze e abusi sessuali da parte del padre. Attività integrative che sono state avanzate anche dal gip Francesco Caramico D’Auria che ha firmato la misura cautelare in carcere per Belmonte, per arrivare a capire e a svelare alcuni lati ancora coperti da una fitta coltre di nebbia. Belmonte dal carcere di santa Maria Capua Vetere dove è ristretto continua a sostenere imperterrito di essere innocente, di non aver ucciso la moglie e la figlia e  di non aver nascosto i cadaveri. Belmonte continua a  non fornire alcun elemento utile per le indagini rendendo ancora più complicata la sua difesa e la preparazione del ricorso dinanzi al Riesame per la Libertà che si accinge a depositare il suo legale, l’avvocato Rocco Trombetti che ieri è andato in carcere a fargli visita nel tentativo di trovare una strategia processuale valida da sostenere al riesame.

Il carcere però sembra giovare a Belmonte, il quale pur stando in una cella di isolamento, per motivi di sicurezza, appare rinvigorito, più in forze ed anche il suo stato d’animo è più tranquillo, più sereno nonostante la detenzione per accuse massacranti. Si nutre di più e il suo fisico si sta riprendendo rispetto all’aspetto da barbone che aveva al momento del fermo indiziario, trasformatosi in ordinanza di custodia cautelare per il pericolo di fuga, di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. Nel pomeriggio di ieri inoltre sono ripresi gli accertamenti medico legali sui resti cadaverici che si trovano presso l’Istituto di Medicina Legale di Caserta. A riguardo c’è il massimo riserbo anche perché  sono
atti irripetibili e da questi accertamenti si spera che si possa accertare le cause della morte delle due sventurate. Sono stati fatti anche dei prelievi di terriccio dove erano adagiati i due cadaveri l’una vicino all’altra, allineate insieme come per un viaggio nell’eternità. Così come le due donne dormivano in casa, vicine nello stesso letto escludendo dalla loro relazione Belmonte, così sono state anche ritrovate in una posizione molto suggestiva, completamente vestite anche nelle parti intime.

La polizia giudiziaria su delega del  pm ha incominciato a sequestrare tutta la documentazione relativa ai ricoveri  clinici di Maria Belmonte, la figlia dell’ex direttore sanitario del carcere di  Poggioreale, e la cartella clinica presso la clinica Villa Serena di Pescara dove Maria andò a ricoverarsi a seguito di una profonda crisi di depressione causata, come la poverina avrebbe rivelato alla sua compagna di camera, dalle continue violenze e abusi sessuali da parte del padre.

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