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NAPOLI/CASERTA – Caso Lavitola: sequestrati beni immobili al senatore De Gregorio. Gli affari anche a Teano

NAPOLI/CASERTA. Caso Lavitola: sequestrati immobili al senatore De Gregorio l’autorizzazione da parte del Senato sono stati sequestrati gli immobili di proprieta’, o comunque nella disponibilita’, del senatore Sergio De Gregorio in relazione alla vicenda legata ai fondi per l’editoria che sarebbero stati indebitamente percepiti dal quotidiano “L’Avanti” di cui De Gregorio era socio assieme con Valter Lavitola. Si tratta del sequestro di due appartamenti, a Napoli e in provincia di Caserta, eseguiti per equivalente per recuperare 23 milioni di euro indebitamente percepiti tra il 1997 e il 2009 dalla societa’ “International press”. Nei confronti del senatore il provvedimento era stato sospeso poiche’ si trattava di appartamenti utilizzati come abitazione da De Gregorio e dalla moglie. Per questo e’ stata inoltrata la richiesta di autorizzazione al Senato che lo scorso 6 novembre ha dato il via libera al provvedimento. Si tratta dell’ultimo atto del filone d’indagine della Procura di Napoli circa l’indebita concessione dei fondi per l’editoria che ha portato all’arresto, lo scorso aprile, di Valter Lavitola rientrato in Italia dopo un periodo di latitanza in Argentina. Proprio nei giorni scorsi Lavitola, accusato di truffa aggravata allo Stato, emissione di fatture per operazioni inesistenti e violazione della legge fallimentare, ha patteggiato la pena di 3 anni e 8 mesi di reclusione. Le indagini mirano adesso a recuperare il denaro sottratto con la truffa (23 milioni) solo in parte ritrovato su conti italiani dei due indagati.
In particolare, la Guardia di Finanza ha sequestrato due appartamenti che si trovano a Napoli e in provincia di Caserta che erano nella dispobilita’ di De Gregorio e della moglie. Il sequestro ”per equivalente” e’ eseguito nell’ambito del provvedimento emesso nei confronti di Valter Lavitola e del sen. De Gregorio lo scorso 10 luglio in relazione al denaro percepito indebitamente – tra il 1997 e il 2009 – dalla societa’ ”International Press”. L’esecuzione nei confronti del sen. fu sospesa in attesa del nullaosta del Senato, poi deliberato il 6 novembre scorso. Nell’ambito della stessa vicenda, nei giorni scorsi Lavitola ha patteggiato la pena a tre anni e otto mesi di reclusione. Nell’inchiesta, la Procura della Repubblica di Napoli ha ipotizzato reati, diversi da indagato a indagato, che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa aggravata nei confronti dello Stato, al trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori, all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, alla violazione della legge fallimentare.

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