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PIEDIMONTE MATESE – “Le prossime elezioni di marzo saranno un’altra Caporetto?”, le parole di Prato

Piedimonte Matese – Riceviamo e pubblichiamo questa interessante considerazione sulle politiche del 4 marzo dall’Avv. Adriano Prato: “A più di cento anni da quel drammatico ottobre 1917 ancora non si fa piena luce sulla rovinosa sconfitta di Caporetto. Un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione! Quali furono le vere ragioni? Gli storici anche moderni si arrovellano ancora sulle vere ragioni!

Gli errori di valutazione e le responsabilità di Cadorna e Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? La distanza sociale tra i soldati e gli ufficiali era enorme? Si preferiva affidare il comando dei reparti a ragazzi borghesi di diciannove anni, piuttosto che promuovere i sergenti? Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilità, e in cui si aveva paura dell’iniziativa individuale? Era il nostro un Paese retto da una classe dirigente di parolai incapaci in cui le uniche direttive dirette all’esercito erano l’esortazione a battersi fino alla morte? La guerra era diventata uno scontro industriale di massa?

Di fatto, questo comunicava una nostra postazione militare avanzata: “Gli austriaci sono usciti dalle trincee, li vediamo, tra la nebbia, che vengono avanti, passano i reticolati. Noi ci ritiriamo.”

Ebbene, la storia vera insegna! quella scritta dai vincitori degrada!

Se esaminiamo attentamente tutte le cause sopra riportate relative alla disfatta di Caporetto ci possiamo rendere conto che, a marzo 2018, la presenza di troppi parolai incapaci nella politica, lo scontro e la tutela dei e tra i soli poteri forti, il calcolare l’età pensionabile con riferimento al criterio di “allungamento della vita”, lo scontro sull’immigrazione e sui benefici di casta, la distanza tra il Cittadino ed i politici, gli errori di valutazione e la mancanza di responsabilità di troppi “prestanome” e “populisti”, la sottomissione all’Unione Europea delle banche, il “notabilato” nell’approntamento delle candidature, il conseguente astensionismo elettorale e il mio “mi fermo qui” per non tediarvi ulteriormente- le prossime elezioni ci possono portare ad una nuova Caporetto!

Quali i rimedi?

Per adesso vi dico solo che, simbolicamente, la resistenza sulla linea del Piave, il monte Grappa, il Montello, fino allo sfondamento di Vittorio Veneto la si poteva organizzare prima della disfatta!

E come! Dando voce e spazio alla Territorialità nelle candidature ed alle persone espressione della Cultura e della Società civile locale, a quelle persone, cioè, che sono espressione del Cittadino vero e ciò in osservanza del principio democratico se è vero, come è vero, che la sovranità appartiene al Popolo.

Invece, abbiamo potuto riscontrare dall’esame approfondito delle liste dei candidati che “le poltrone” sono rimaste riservate sempre agli stessi riciclati alcuni dei quali hanno addirittura cambiato casacca.

Ancora una volta l’intero Sannio, non solo l’Alto casertano, non avrà rappresentanti parlamentari degni di tal nome per cui tutta l’area è abbandonata a se stessa e destinata alla desertificazione. Il cittadino-elettore, pertanto, ha ragione di essere confuso in quanto non si stente affatto rappresentato e tutelato.

E’ stato inutile, purtroppo, protestare e farsi sentire per ottenere il riconoscimento del diritto sacrosanto di vedersi e sentirsi degnamente rappresentati nel Nostro amato Territorio.

Del perché, anche a livello nazionale, si andrà, secondo me, alla II Caporetto tratteremo nel prosieguo e prima del 4 marzo, in quanto non è mia intenzione tediare il lettore ulteriormente in un unico scritto”.

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un commento

  1. La foto sopra ritrae il Popolo anche di oggi.