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AILANO – Questione “Impianto di compostaggio”: Il consigliere Lanzone risponde alle accuse

AIALNO – Una settimana fa, con un pubblico manifesto, ho informato la cittadinanza che una società di Succivo (CE) intede realizzare un “Impianto di compostaggio”, nella zona P.I.P. del Comune di Ailano e che la Regione Campania con Decreto Dirigenziale N° 183 del 15/12/2017 aveva già emesso il provvedimento di compatibilità ambientale. La prima reazione dell’amministrazione comunale è stata quella di insulti vari con post pubblicati su facebook tipo “la madre degli idioti è sempre incinta” e commenti simili, addirittura qualcuno ha iniziato ad accusarmi, sempre sui social, che il mio manifesto era tardivo; in realtà il Decreto delle regione era stato pubblicato sul Burc della Regione Campania solo il 27 dicembre 2017 ed il mio manifesto stampato il 5 gennaio. Successivamente l’amministrazione comunale, con vari post, ha provato a dimostrare e a convincere la popolazione che questo impianto di compostaggio era un’opportunità positiva per il nostro territorio. Ma l’argomento ha colpito la sensibilità degli ailanesi, generando una forte mobilitazione popolare, (alcuni cittadini estranei alla vita politica, stanno già costituendo un Comitato cittadino contro la realizzazione di questo impianto) e la maggioranza dell’opinione pubblica sembra contraria alla realizzazione di questo impianto di compostaggio. Solo di fronte a questa forte mobilitazione, l’amministrazione comunale ha dichiarato che “le preoccupazione della popolazione sono le stesse preoccupazioni dell’amministrazione comunale”.

Mi sembra necessario fare lacune precisazioni:

Io mi sono limitato ad informare la popolazione sulla vicenda e la stragrande maggioranza degli ailanesi era all’oscuro di questo progetto, anche e soprattutto le famiglie che abitano in prossimità dei terreni dove dovrebbe essere realizzato l’impianto. Avevo pubblicamente dichiarato di non voler né strumentalizzare questa vicenda né generare inutili allarmismi nella popolazione, ma ritenevo indispensabile un pubblico incontro alla presenza di tecnici esperti per valutare la compatibilità e i rischi ambientali di tale progetto.

Invece le reali preoccupazioni ed attenzioni dell’amministrazione comunale non appaiono ancora abbastanza chiare, infatti:

  • con atto a firma del sindaco del 14 luglio 2017 aveva già dato la disponibilità a smaltire la frazione organica del rifiuto solido urbano presso questo impianto di compostaggio (atto di disponibilità che non poteva essere emesso in quanto il sito dove smaltire i rifiuti è una scelta che compete esclusivamente all’impresa che gestisce il servizio);
  • l’amministrazione ha dichiarato che nell’impianto saranno trattati esclusivamente i rifiuti urbani, mentre nel progetto presentato, la società dichiara che saranno trattati anche i rifiuti industriali del settore agroalimentare;
  • l’amministrazione comunale non si è neanche accorta che nella documentazione presentata, la società ha erroneamente !?! dichiarato che “l’impianto sarà localizzato all’interno della zona P.I.P. e che il più vicino fondo agricolo è individuato ad oltre 2 km di distanza”. Basta recarsi sul posto e rendersi conto che il primo terreno agricolo e le prime abitazioni distano meno di 200 metri.

E’ doveroso precisare che l’amministrazione comunale “Palma pacis” da me rappresentata, con la delibera di giunta N° 6 del 16 aprile 2013 deliberò di ammettere nella zona P.I.P. gli insediamenti delle industri insalubri di prima categoria. L’adozione di tale delibera si rese necessaria per consentire la regolare prosecuzione dell’attività delle industrie già presenti da svariati decenni nella zona  P.I.P.  (e quindi in data antecedente all’adozione del P.I.P. stesso) evitando la chiusura delle relative attività e la perdita di alcuni posti di lavoro; mi riferisco specificamente all’attività delle industrie, ex Tornital, ex Fleka, ex Nocera Plastica oggi Metalplast Sud e all’impianto di macinazione e frantumazione pietre della società Cave Dolomitica Srl.

Il sindaco Vincenzo Lanzone e l’ex vice sindaco Giovanni Cantelmo (in carica fino a qualche mese fa) se ritenevano tale delibera illegittima avevano il diritto/dovere di revocarla o modificarla, se in oltre tre anni e mezzo di amministrazione non l’hanno fatto è solo perché la stessa era ed è legittima e necessaria.

Io non intendevo strumentalizzare la vicenda ma ritenevo necessario un pubblico incontro con la presenza di tecnici esperti per valutare la compatibilità ambientale di questo impianto di compostaggio. Essere tutti consapevoli, di cosa e di come questa società intendeva realizzarlo sul nostro territorio, era a parer mio indispensabile ed era l’unico modo di affrontare l’argomento e di dare risposte serie e competenti alle legittime preoccupazioni di gran parte dei cittadini. Invece sono accusato di speculazioni e strumentalizzazioni politiche non considerando che la partecipazione di tanti cittadini a questa problematica è un aspetto molto positivo per la nostra piccola comunità.

A proposito di strumentalizzazioni, nel 2014 durante l’amministrazione “Palma pacis”,  qualche mese prima delle elezioni,  l’allora minoranza consiliare segnalò un sito,  che a loro dire rappresentava uno scempio, ambientale, e paesaggistico. In realtà si trattava di innocui cumuli di terreno, che una nota impresa, all’epoca sottoposta ad amministrazione giudiziaria, aveva depositato su terreni di propria disponibilità. Oggi, l’amministrazione comunale chiede agli abitanti della zona di “essere vigili su tale sito, tenuto conto che quanto all’epoca segnalato (dalla allora minoranza ) è ancora presente in loco, ormai da anni”, ma in oltre tre anni e mezzo l’amministrazione “insieme per Ailano” non ha adottato nessun provvedimento, né di verifica, né di rimozione di tali materiali, probabilmente perché trattasi di semplici cumuli di terreno, altrimenti saremmo di fronte ad una autodichiarazione di inerzia da parte degli stessi amministratori. L’amministrazione comunale vuole veramente parlare di trasparenza? Allora prendiamo il recente progetto “il Falò di San Giovanni”: sono stati affidati 60000,00 (50000,00 di finanziamento regionale e 10000,00 di entrate varie che dovranno garantire i tre Comuni interessati) senza neanche un bando o un avviso pubblico, ma tutto con affidamento diretto e senza neanche coinvolgere tutte le associazioni presenti sul territorio.

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