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ROCCAMONFINA – Immagini molto forti per il presepe di Don Giadio, al centro il vero senso del Santo Natale

ROCCAMONFINA (di Antonio Migliozzi) “Chi dice Incarnazione, dice croce” (H.U. Von Baltasar, Gloria). E’ da questa frase di uno dei più grandi teologi del Novecento che è partita l’idea del nuovo presepe allestito presso la chiesa Collegiata di Roccamonfina dal parroco Don Giadio De Biasio, aiutato da alcuni fedeli. Ed ancora una volta il parroco Don Giadio ha voluto “spronare” l’attenzione spirituale dei fedeli con la realizzazione di un Presepe del tutto particolare, seguendo un percorso formato da alcune gigantografie rappresentanti le “croci” che tanti bambini nel mondo portano sulle loro piccole spalle. Immagini molto forti, tratte dalla mostra “Untouchables” di E. Ravelo, che vedono crocifissi dei bambini sulle spalle di uomini adulti, uomini che stanno a simboleggiare le piaghe sociali dell’inquinamento, delle guerre, degli abusi sessuali, delle migrazioni forzate, del consumismo, del traffico di organi e dell’uso delle armi. E come ogni Presepio che si rispetti, al termine del percorso si trova la Sacra Famiglia. Ma anche quì Don Giadio ha voluto offrire a coloro che visiteranno il Presepio, un messaggio forte, per aiutare i fedeli a prendere le distanze da interpretazioni a volte fiabesche del Natale, e quindi invitare a riflettere sul vero significato della Nascita di Gesù. Non si comprende, infatti, veramente il mistero del Santo Natale se non si guarda ad dono d’amore di Dio, che promana dalla croce di Cristo, perchè il Figlio di Dio si è incarnato per salvarci, donando sulla croce la sua vita per noi: “Questo è il mio corpo che è dato per Voi”(Lc 22,19). Dunque, per il cristiano il mistero del Santo Natale e della Pasqua sono inseparabili, sono inscindibili. Ed è questo il motivo per il quale alla testa della culla del Bambino si erge una croce bianca, con delle foto in bianco e nero di bambini che, con i loro occhi sgranati, fissano l’osservatore, esortandolo concretamente al bene con le stesse parole di Gesù: “Ogni volta che avete fatto questo ad uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). “Quest’anno contempliamo il Mistero del Santo Natale attraverso i volti e le sofferenze di bambini ‘crocifissi’ nella nostra contemporaneità”, si legge nella presentazione del Presepio di Don Giadio. “Volgendo lo sguardo e il cuore alle loro piaghe, potremo scorgere il Volto vero del Dio Incarnato, del Dio che si fa uomo, per redimere la nostra umanità segnata dal male e dal peccato, personale e sociale. Finché dura questo mondo la croce del Dio Bambino sarà sempre la finalità, il fine, primo ed ultimo, del Mistero dell’Incarnazione, il senso profondo e vero del Santo Natale”

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