Sant’Angelo d’Alife – Emergenza neve e “dispetti” politici, ci rimette solo il galantuomo Pisaturo. Comune a giudizio

SANT’ANGELO D’ALIFE – L’ex assessore comunale Giovanni Battista Pisaturo cita in giudizio l’ente municipale santangiolese. In particolare, chiede che il comune gli restituisca i circa tremila euro che lo stesso Pisaturo ha versato, di tasca propria,in favore di una impresa di distribuzione carburante. I fatti risalgono al febbraio del 2012 quando il comune si rivolgeva ad alcune ditte locali per far fronte all’emergenza neve che stava mettendo in ginocchio tantissimi comuni della penisola dei quali, buona parte beneficiarono in seguito di contributi, mentre Sant’Angelo rimaneva a seccoe tutte le spese rimanevano a carico dei cittadini. L’ente municipale era allora guidato da Crescenzo Di Tommaso; Pisaturo rivestiva la carica di assessore, nonchè di responsabile dell’area vigilanza. Prima di pagare le imprese locali alle quali il comune si rivolgeva nel 2012 per far fronte all’emergenza neve, passava nel frattempo qualche anno. Intanto, Vittorio Folco diventava il nuovo sindaco del paese. In un primo momento, il 23 dicembre del 2014, il consiglio comunale deliberava di riconoscere un debito fuori bilancio derivante da un decreto ingiuntivo in favore di una ditta locale presso la quale il comune aveva comprato sale antighiaccio. A distanza di qualche giorno, con una determina del responsabile dell’area tecnica veniva impegnata la somma da destinare a tale impresa.Fu questo il primo passo intrapreso dal comune per saldare i conti con le imprese coinvolte durante l’emergenza neve. In realtà, nel mese di febbraio del 2012 con una determina dirigenziale del ramo tecnico già veniva impegnata la somma di circa mille euro in favore di una delle due ditte interessate alla pulizia delle strade del paese. Si trattava naturalmente solo di una modestissima parte del totale che tutte le imprese interessate chiedevano al comune. Soltanto con l’approvazione in sede di consiglio del riconoscimento di debiti fuori bilancio relativi al settore tecnico per un totale di 33.581,30 euro, il comune faceva un passo sostanziale per pagare alle ditte quanto dovuto. Era il 22 dicembre del 2015. Molti di questi debiti, infatti, riguardavano quelli contratti con le ditte messe in campo durante l’emergenza neve. Tranne due debiti relativi ad altrettanti incarichi professionali affidati ad un geologo locale per un valore complessivo di 22.529,62 euro, transati, con un accordo tra le parti, con la cifra di 15mila euro. La restante fetta della massa debitoria riconosciuta andava finalmente a coprire i debiti con le imprese che fornirono le loro opere in favore dell’ente municipale durante l’emergenza neve del 2012. Ad onor del vero, non era stato un consiglio comunale tranquillo visto che la maggioranza l’aveva spuntata per un solo voto. Il sindaco Folco abbandonava l’aula prima del voto, l’assessore Domenico Iannarelli votava contro e se non fosse stato per l’assenza dell’ex sindaco Di Tommaso quel provvedimento probabilmente non sarebbe passato. Ad ogni modo, in seguito, con determine dirigenziali del settore tecnico venivano di volta in volta impegnate le somme per pagare tutte le imprese ancora in attesa di ricevere il compenso economico per i lavori effettuati durante l’emergenza neve.Tutte, tranne una. L’impresa di distrubuzione carburante di De Biasio Angelo. Pagata di tasca propria, con tanto di interessi, dall’ex assessore Pisaturo a seguito di una richiesta avanzata dal legale della ditta locale di carburante dopo che il comune mai aveva riconosciuto tale debito.Ora l’ex assessore vuole che il comune gli restituisca quella somma che da circa 1700 euro, con i relativi intererssi, arrivava fino a circa tremila euro. A prescindere da quello che sarà il provvedimento del giudice, appare singolare che una maggioranza si sia ricordata di pagare tutti tranne uno. Ancora più strano che qualche amministratore abbia dimenticato l’ordinanza numero 10 del 10 febbraio del 2012 con la quale l’allora responsabile dell’area vigilanza, Pisaturo, ordinava ai distributori locali di fornire il carburante necessario alle due ditte impegnate nella pulizia delle strade e nel coordinamento dei soccorsi. Ora, proprio in virtù di quell’ordinanza, si evince che le due ditte, poi regolarmente pagate, per poter svolgere il loro lavoro beneficiarono di quel carburante.Pertanto, per quale misteriosa ragione la maggioranza Folco si è dimenticata di quel benzinaio? Sarà che in buona fede, qualcuno si è forse persuaso che i mezzi di quelle ditte si mobilizzarono per intercessione dello spirito santo?

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