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Pietravairano – Teatro Tempio del Monte San Nicola, qualche “ombra” nella meravigliosa favola: i dubbi sul restauro

Pietravairano – Nella favola del Teatro-Tempio di Monte San Nicola c’è un lato in “ombra”. È quello relativo al restauro della struttura intrapreso dal Comune sotto il controllo della competente Soprintendenza. Un restauro non totalmente condiviso da coloro che hanno riportato alla luce tutta l’area. Nessuno degli interessati lo dice chiaramente, però, in più di qualche occasione, avrebbero espresso più di una perplessità sulle modalità con le quali si sono progettati ed eseguiti i lavori di restauro dell’antica struttura, in particolare del teatro. Perplessità legate non solo alla scelta dei materiali e del loro impiego ma anche al carattere forse troppo “invasivo” dell’intervento stesso, che talora ha finito per occultare parte dell’originaria struttura non consentendo al visitatore di cogliere appieno la reale fisionomia dell’antico monumento. Dubbi anche sulla effettiva opportunità dell’installazione di una monorotaia che servirà per il trasporto dei visitatori, almeno di coloro che non vogliono seguire il tortuoso e ripido sentiero. Forse, aggiungiamo noi, proprio per queste “diversità” di vedute, da due anni Tagliamonte e il suo gruppo non si vedono più a Pietravairano, nemmeno alla rituale due giorni che ogni settembre l’amministrazione comunale dedica – fra parate di “stelle” e convegni tecnici – all’antica struttura.     Il Teatro-Tempio di Monte San Nicola ha diversi padri, il primo, quello più importante, è senza dubbio il professore di San Potito Sannitico, Nicolino Lombardi, che, nel 2001, scopri la struttura sorvolandola con un piccolo aereo. Altro padre è il professore Tagliamonte, attuale Direttore del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Lecce, che, dal 2002 al 2015, di concerto con la competente Soprintendenza e con il supporto del Comune di Pietravairano, ha riportato alla luce l’intero complesso, grazie ad un lavoro di équipe coordinato da L. M. Rendina. Il terzo padre può essere considerato il sindaco Francesco Zarone che in circa otto anni è riuscito a ridare vita a quel complesso archeologico, trasformandolo in vera attrazione per tanti turisti.

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un commento

  1. Questo restauro rappresenta una pagina dolorosa della incapacità a tutelare il nostro patrimonio.
    Purtroppo quello che poteva essere uno straordinario esempio per la cultura archeologica, si è trasformato in un enorme disastro ambientale per la quantità di cemento utilizzato e per la superficialità del metodo di restauro.