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CAPRIATI A VOLTURNO – Scontro in Consiglio, Viccione a Prato: “Chiamami presidente”

di FRANCESCO MANTOVANI

CAPRIATI A VOLTURNO. Il sindaco Giovambattista Viccione come il prefetto di  Napoli Andrea De Martino. Entrambi non gradiscono l’appellativo ‘signor/a’ quando ci si rivolge ad un uomo od una donna delle istituzioni. Nel corso dell’ultimo civico consesso,  il sindaco di Capriati a Volturno  toglieva bruscamente la parola al consigliere Adriano Prato che aveva appena iniziato il suo intervento, sol  perché, dandogli del lei, pronunziava la seguente frase: “signor Giovanbattista Viccione”. A tanto quest’ultimo reagiva, dando del  tu al consigliere e affermando: “Ti tolgo la parola perché tu devi rivolgerti a me chiamandomi presidente del consiglio per rispetto delle istituzioni”.  Al che il consigliere Prato affermava: “si, illustrissimo signor presidente del consiglio, va bene, mi ridà la parola?”. E  Viccione: “la parola già te l’ho tolta  e adesso non puoi più parlare”. Sembra una barzelletta, ma durante l’ultimo consiglio comunale tenutosi nella sala consiliare del Comune di Capriati a Volturno è andata in scena la replica dell’ormai famoso siparietto avvenuto non molti giorni fa e salito alla ribalta dei media nazionali con protagonisti il prefetto di Napoli , Andrea De Martino, il prefetto di Caserta, Carmela Pagano e il prete anticamorra, don Maurizio Patriciello. In quella circostanza, il parroco di Caivano chiamò  “signora” il prefetto di Caserta Carmela Pagano mandando su tutte le furie il prefetto di Napoli, Andrea de Martino, che tentò di “correre in soccorso” della collega rimproverando duramente il sacerdote. Una ferma reazione – quella del prefetto De Martino – che gridò: «Ma quale signora. È un prefetto della Repubblica Italiana. Abbia più rispetto per le istituzioni». Tra il parroco e il prefetto De Martino gli animi poi si sono rasserenati tanto che i due successivamente si sono stretti la mano e hanno fatto pace. Non prima delle scuse ufficiali formulate al prete anticamorra da un “pentito” prefetto De Martino. A Capriati è accaduto un analogo episodio. Con qualche piccola differenza. Qui i protagonisti sono stati soltanto due. Sempre gli stessi. E le scuse probabilmente non arriveranno mai.

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3 commenti

  1. Non mi sembra nè prete né prefetto, forse è solo una persona imperfetta che ha bisoglio di consigli prima di fare il presidente. La storia raccontata è peggiore di quella avvenuta a caivano. Forse lui è vittima dei media e dell’atteggiamento che a volte assumono i politici nazionali i quali fanno letteralmente schifo.

  2. Condivido il commento di Antony. Aggiungo che perciò in l’Italia, come anche nei paesini, non si può andare avanti con questa “classe dirigente” di politici e amministratori incompetenti e presuntuosi fanatici. Il fatto è censurabile sia sotto l’aspetto politico che umano. Il sindaco mostra chiaramente di trovarsi di fronte un interlocutore più capace di lui e si rifugia sotto la fascia che non merita di indossare.

  3. Non voglio essere presuntuoso facendo il commento dei commenti che precedono di Antony e di Franca, in quanto sono io il diretto interessato alla vicenda, ma intendo solo dirvi che avete colto nel segno con i vostri commenti.