RIARDO – Una lite fra (alcuni) dipendenti del municipio per decidere il fortunato (o la fortunata) che per nove mesi lavorerà per conto di una impresa esterna, contrattualizzata con il municipio riardese. Quello che è capitato, pochi giorni fa in comune potrebbe essere emblematico, ben rappresentativo, del modus operandi delle macchine amministrative. Non importa se è presente, oppure no, la classe politica. Non ci deve per forza essere un’amministrazione comunale, un sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali, per poter effettuare raccomandazioni. Bastano già i diepndenti.
Lo dimostrerebbe l’episodio avvenuto a Riardo dove il governo locale, quello guidato dall’ex sindaco Nicola D’Ovidio, da diversi mesi non c’è più e al suo posto è arrivato il commissario prefettizio. Veniamo ai fatti. In municipio sarebbe arrivata, pochi giorni fa, la richiesta di una impresa, alla quale è affidato lo svolgimento di un servizio per conto del municipio di Riardo, per conoscere il nome di una figura da utilizzare all’interno del servizio stesso. Alcuni impiegati comunali avrebbe “scelto” una giovane donna di Riardo, vicina ad una famiglia politicamente abbastanza influente. Sembrava tutto fatto. Ma non è andata così. Poco dopo, infatti, arriva una importante figura della macchina amministrativa riardese che impone una scelta diversa, cioè quella di altra giovane donna riardese. Probabilmente più vicina lui. Alla ditta non sarebbe restata altra scelta che ubbidire.
Insomma, in un municipio, il modo per “selezionare” personale appare essere sempre lo stesso: il santo in paradiso. Un modo che è “innato” nella cultura di molti, non solo dei politici. Anzi, i politici, spesso, sembrano essere vittime delle “necessità” altrui, soprattutto di quelle degli elettori
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