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foto di repertorio

Vairano Patenora – La nipote accusa lo zio di violenza carnale, il giudice: accusa non credibile

Vairano Patenora – Una giovane donna di Vairano Patenora – Michela – aveva accusato lo zio del marito di violenza sessuale. L’uomo, 50enne boscaiolo del posto, sarebbe entrato nell’abitazione della donna – approfittando dell’assenza del marito, cioè di suo nipote diretto – e avrebbe abusato sessualmente della 25enne. Erano le ore sei del mattino quando avvennero, secondo l’accusa, i fatti. Passano i giorni, i mesi, passa qualche anno e la coppia si separa. Solo allora la donna decide di denunciare la violenza subita. Scattano le indagini dei carabinieri che ascoltano tantissimi testimoni, fra familiari, parenti e vicini. Nessuno, però, riesce a fornire indizi utili alle indagini. L’aspetto più incredibile della vicenda è il lasso di tempo, troppo lungo, trascorso fra i presunti fatti e la denuncia presentata dalla donna. Dopo alcuni mesi i carabinieri della stazione di Vairano Scalo, in sinergia con la Procura chiudono le indagini. Il Pubblico Ministero decide di archiviare il caso, la vittima, attraverso l’avvocato Leo Spaziano, si oppone per ben due volte alla richiesta. Così si arriva all’udienza camerale di pochi giorni fa, nella quale il giudice per l’indagine preliminare, decide di scagionare da ogni accusa Ernesto Marra, ritenendo non credibile le dichiarazioni della parte offesa. L’indagato ha affidato la sua difesa all’avvocato Ernesto De Angelis. Per l’indagato – che aveva sempre respinto ogni accusa, è la fine di un incubo durato due anni.

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