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La dirigente scolastica Annamaria Pascale

Piedimonte Matese – Istituto Falcone, la dirigente nega nulla osta agli alunni: scatta la denuncia (il documento)

Piedimonte Matese – Istituto Falcone, la dirigente nega nulla osta agli alunni: scatta la denuncia.  I genitori di otto alunni scrivono, fra gli altri, alla Procura della Repubblica e la Prefetto per ottenere il rispetto dei propri diritti. Tutto nasce per la mancata concessione nulla osta al trasferimento bambini presso altro plesso scolastico da parte del Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone San Domenico, da parte del dirigente scolastico Annamaria Pascale.

il documento:
Con riferimento all’oggetto, le sottoscritte mamme di bambini che hanno frequentato l’istituto scolastico comprensivo Giovanni Falcone espongono e denunciano quanto segue. A partire dall’anno scolastico 2014/2015 il plesso Scolastico di San Domenico appartenente all’Istituto Statale comprensivo “G. Falcone di Piedimonte Matese è stato interessato da una progressiva diminuzione della popolazione scolastica dovuta principalmente alla vetustà dell’immobile ospitante le lezioni. A seguito del progressivo “svuotamento della scuola”, si è verificata l’impossibilità di procedere alla formazione di alcune classi fino ad arrivare, nell’anno accademico 2016/2017 alla formazione di una unica pluriclasse (a livello di istruzione elementare) composta complessivamente da 13 bambini.
Nel contempo, il comune di Piedimonte Matese, con alcuni finanziamenti regionali provvedeva ad adeguare sismicamente alcune scuole primarie comunali quali ad esempio l’Istituto comprensivo Nicola Ventriglia ed altri. A fronte di questa nuova situazione venutasi a creare, i sottoscritti genitori, al fine di tutelare i propri figli sotto il profilo della sicurezza e garantire l’integrazione sociale degli stessi in un contesto scolastico più ampio (una scuola di soli 13 bambini è ovviamente limitativa per lo sviluppo delle capacità relazionali dei minori), hanno deciso di spostare i propri figli in una delle nuove scuole il cui plesso e rispondente alla vigente normativa antisismica. Nel merito, si fa presente, soprattutto al sindaco (in qualità di responsabile della pubblica e privata incolumità sul territorio comunale) che il plesso ospitante la San Domenico, pur avendo subito varie lesioni (non sappiamo quanto sostanziali o meno) a seguito del terremoto 2013, forse per mancanza di fondi, non ha goduto di nessun intervento rilevante di consolidamento. Peraltro, la necessità di intervento sull’immobile è nota anche al comune, il quale risulta abbia già provveduto alla redazione di un progetto di consolidamento per oltre 2.000.000 di euro, che allo stato non è stato ancora attuato. Per tale motivo, già a Giugno avevamo manifestato la nostra volontà di trasferire i ragazzi in un luogo più idoneo e sicuro, ma avevamo soprasseduto dietro espressa richiesta della precedente dirigente scolastica, la quale ci pregava di attendere il mese di Settembre per vedere se la situazione migliorava, al fine di non provocare la chiusura della scuola. Promettendo che se a Settembre nulla fosse cambiato, saremo state libere di portare i nostri figli dove ritenevamo più opportuno. Peraltro, anche le norme di sicurezza per la gestione degli alunni all’interno dell’edificio sono chiaramente carenti. Basti pensare che ancora oggi le porte delle aule si aprono verso l’interno delle stesse e non verso l’esterno. Si tratta, naturalmente, di inconvenienti fisiologici in un edificio vetusto quale quello che ci occupa, soprattutto in presenza di una cronica e generale mancanza di fondi, ma che non possono far venire meno il nostro diritto di genitori di scegliere una condizione migliore e più sicura per i nostri figli. Specialmente, nel momento in cui si ha la possibilità di farli andare a scuola in un edificio ristrutturato anche con criteri antisismici. A fronte di tale giusta possibilità abbiamo dovuto scontrarci con un comportamento oltremodo dilatorio ed ostruzionistico della dirigente scolastica, dott.ssa Pascale, la quale dapprima, in data 5 Settembre u.s., ci ha invitato a non protocollare la richiesta di Nulla Osta, rimandandoci al giorno dopo per un incontro nel quale avremmo dovuto esprimere le ragioni della nostra scelta. Il giorno 6 Settembre alle ore 17.00 (ora fissata per l’appuntamento) la dirigente non ha voluto incontrare la nostra rappresentante, in quanto sosteneva di avere un appuntamento presso un altro plesso scolastico, ma che avrebbe provveduto a richiamare i genitori per un nuovo appuntamento. Non avendo poi ricevuto alcuna comunicazione per un nuovo incontro, tra il pomeriggio del 7 Settembre e la mattina dell’8 Settembre abbiamo provveduto a consegnare la richiesta di nulla osta, stante anche l’approssimarsi della data di inizio delle lezioni.  Dopo tre giorni di silenzio, nella mattinata odierna, alle ore 9,15, ci siamo tutte recate a scuola per ritirare il nulla osta, che rappresenta un atto dovuto per legge. Dopo aver atteso per oltre un’ora l’arrivo della dirigente, questa ci ha comunicato che non poteva darci il nulla osta, in quanto aveva fatto una Pec al Provveditorato di Caserta ed era in attesa di autorizzazione alla concessione del nulla osta. Al che i sottoscritti chiedevano, stante l’approssimarsi dell’inizio dell’anno accademico, di chiamare il provveditorato per ottenere risposta al quesito inviato via Pec. La dirigente si rifiutava di chiamare dicendo che non aveva il numero del provveditorato (???), poi ha detto che non rispondeva nessuno. Al che, i sottoscritti, contrariati da tale palese reticenza abbiamo provveduto ad avvertire la locale stazione dei carabinieri, i quali sono intervenuti presso la scuola ed hanno verbalizzato l’accaduto. Il risultato di tutto ciò è che alle ore 19.00 del giorno precedente all’inizio delle lezioni scolastiche, i sottoscritti non hanno ancora ricevuto notizie in merito al richiesto nulla osta. Con la conseguenza che domani mattina non sappiamo dove portare i nostri figli a scuola. Per tutto quanto sopra esposto, si CHIEDE ai soggetti in indirizzo di adoperarsi, ciascuno per le proprie competenze, per consentire ai nostri figli di esercitare il loro diritto ad uno studio sicuro, nonchè di verificare se vi siano comportamenti omissivi e/o penalmente rilevanti da parte della dirigente scolastica.

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